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lunedì 12 gennaio 2015

megale hellas diving
Nave Traghetto Cariddi - foto Ivan Rullo
La nave traghetto "Cariddi" fu varata nel 1930 a Trieste e fu una delle prime unità della flotta delle Ferrovie dello Stato, operativa nello Stretto di Messina, dotata di motori diesel. Il suo aspetto originario non corrispondeva a quello attuale poichè nel 1951, a seguito di un autoaffondamento avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale (agosto 1943), la nave fu ricostruita, dopo essere stata tagliata in due tronconi (prodiero e poppiero), prolungandola di 11 m con l'aggiunta di un secondo fumaiolo, aggiungendo una fila di binari e modificando il settore di prua in modo da poter ospitare un maggior numero di autovetture.


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Nave Traghetto Cariddi - foto Ivan Rullo
Il secondo varro avvenne il 20 ottobre 1953 e, dopo i necessari collaudi effettuati nel porto di Genova, fu accolta il successivo 27 novembre con grandi festeggiamenti nelle acque dello Stretto, quasi a rivestire un ruolo di nave ammiraglia della flotta di traghetti. La N/T Cariddi riprese servizio il successivo 30 dicembre, dieci anni dopo il suo autoaffondamento, e per i successivi 38 anni garantì il traghettamento di convogli ferroviari ed autovetture tra le sponde siciliane e calabresi.


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Nave Traghetto Cariddi - foto Ivan Rullo

L'ultimo viaggio della Cariddi avvenne il 14  febbraio 1991, dopodichè le FS la posero in disarmo e la vendettero alla Provincia Regionale di Messina.

Nel 1993 la Soprintendenza per i Beni culturali della Regione Sicilia la dichiarò addirittura "bene d'interesse storico ed etno-antropologico".



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Nave Traghetto Cariddi - foto Ivan Rullo



Ciò nonostante, la Provincia ebbe difficoltà nella gestione della nave che, abbandonata ormeggiata al molo del porto di Messina, per diverse anni è stata vittima di furti e saccheggi, oltre che di un principio di incendio.


Per esigenze di spazio la nave fu spostata appena fuori dal porto di Messina, vicino agli approdi dei traghetti delle compagnie private e, in quella collocazione così esposta alle mareggiate e alle intemperie, il suo destino fu segnato... 


Il 14 marzo 2006 la Cariddi iniziò il suo lento ed inesorabile affondamento, adangiandosi sul fondale inclinata sul fianco sinistro.


Oggi la nave - sulla quale è possibile condurre immersioni solo  su autorizzazione - si trova a pochi metri dalla costa siciliana, con la poppa ancora parzialmetne emersa e la prua, con i suoi ampi sportelli per l'ingresso e l'uscita dei treni, adagiata a 40 m di profondità. 

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Nave Traghetto Cariddi - foto Ivan Rullo
 Colpito giornalmente dalla intense correnti dello Stretto, il relitto della Cariddi risulta già abbondantemente incrostato e ricco di vita.

I suoi ampi ambienti ospitano numerose tane per le specie ittiche, per molluschi e crostacei, oltre a costituire uno scenario suggestivo e privilegiato per fotosub e videosub, grazie ai begli scorci luminosi e alla visibilità generalmente ottima.


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Nave Traghetto Cariddi - foto Ivan Rullo
 

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Scheda Immersione N/T CARIDDI
Località Messina, porto
Tipo di immersione Ricreativa, da gommone
Tipo di fondale Ripida discesa di ghiaia e sabbia
Prof. (min/max) 0/40 m
Brevetto Da Open Water Diver in poi
Correnti Da moderate ad intense in base alle Tavole di Marea dello Stretto di Messina. Consigliata la presenza di guide esperte.
Percorso sub Andata e ritorno lungo lo scafo del relitto.
Biodiversità Nonostante il relitto sia sott'acqua solo dal 1996, l'effetto delle intense correnti dello Stretto ne ha già determinato una fitta copertura di alghe, spughe e celenterati. Vistosissime le grandi colonie di anellidi Filograna implexa. Abbondante presenza di pesce, sia in banchi che di tana.
Peculiarità Ampi ambienti ed eccezionali scorci fotografici per un relitto d'interesse sia storico che biologico.

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