C’era una volta, in un isola felice, un collaudato percorso per la
gestione dei corsi di formazione professionale che si divideva in due
grandi settori:
- la formazione con fondi nazionali ed europei, realizzata a seguito di bandi pubblici a cui regolarmente partecipavano tutti gli enti che ritenevano di poter gestire e realizzare progetti innovativi e specialistici, e
- una formazione “ordinaria” di progetti formativi finanziati con fondi regionali, la cosiddetta legge 24, e la regione, con i propri mezzi li finanziava seguendo logiche “particolari”, … (LR 24 del 6-03-1976 – art.24 “…. Agli oneri ricadenti negli esercizi finanziari successivi a quello in corso, valutati in lire 1.000 milioni, si provvede con parte dell' incremento del gettito delle entrate tributarie della Regione.”)
Ma a un certo punto, dal 2003 in poi, i fondi regionali sono venuti a
mancare e i rubinetti di flusso continuo di risorse pubbliche chiusi o
deviati ad “annaffiare” altro tipo di “coltivazioni”(all’epoca era
subentrato il problema dell’inserimento degli ex articolisti ed altri
lavoratori il cui mantenimento veniva man mano caricato su fondi
regionali, togliendo la possibilità di investire in altri settori).
Questo ha creato sofferenza alla regione, che decide di non promuovere
più bandi come quelli del primo settore, provando a finanziare solo la
formazione del secondo tipo con fondi nazionali ed europei destinati al
primo settore.
Cosi si firma nel 2005 un protocollo d’intesa (all’epoca l’assessore al
lavoro era l’On. Francesco Scoma) con la comunità europea, con cui si
stabilisce che la CE da una parte garantiva un flusso di denaro per la
formazione professionale siciliana, mentre la regione Sicilia si
impegnava a garantire all’Europa una serie di condizioni obbligatorie
come il diritto di libera concorrenza, di partecipazione aperta a tutti
coloro che rispettano le clausole europee, cioè a tutti gli enti
accreditati che possono gestire corsi di formazione professionale in
Sicilia; infatti leggiamo nel Decreto Assessoriale del 13/04/2006,
pubblicato nella GURS di 30/06/2006, supl. Ord. n.2 :”Considerato che,
in conformità ai principi fissati negli articoli 28 e 49 del trattato
istitutivo della Comunità europea, appare necessario che la regione
assicuri libertà di stabilimento e di libera prestazione di servizi a
tutti i soggetti che intendono proporre attività di orientamento e
formazione professionale nell’ambito del territorio regionale, fermo
restando che l'esercizio di tali attività è subordinato
all'accreditamento delle sedi operative;”
Sembra tutto semplice, ma il realtà non lo è. E’ semplicemente l’inizio
dei “guai” che ancora oggi stanno portando allo sbaraglio migliaia di
famiglie siciliane che in tutti questi anni hanno vissuto con i proventi
attribuiti agli enti che facevano formazione professionale “ordinaria”.
Termini come “consolidato”, o “enti storici”, “garanzia occupazionale”,
che abbiamo sentito tante, tantissime volte, diventati negli ultimi 10
anni gli obiettivi della regione, parimenti diventano sempre più
distanti da quei principi di libertà sottoscritti con la comunità
europea.
Si possono fare tantissimi esempi ma mi limito di citare alcuni fra
quelli riportati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, che cita
la direttiva 2004/18/CE del parlamento Europeo e del consiglio del 31
marzo 2004, relativa al” coordinamento delle procedure di aggiudicazione
degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi”, dove
troviamo frasi come “Gli Stati membri dovrebbero provvedere affinché la
partecipazione di un offerente che è un organismo di diritto pubblico a
una procedura di aggiudicazione di appalto pubblico non causi
distorsioni della concorrenza nei confronti di offerenti privati.”
Oppure “Le specifiche tecniche fissate dai committenti pubblici
dovrebbero permettere l’apertura degli appalti pubblici alla
concorrenza.” La formazione siciliana adotta invece tutti i concetti
diametralmente opposti a quanto ribadito anche nel documento della UE
Europa 2020 “Attuando la politica di concorrenza, la Commissione farà
in modo che il mercato unico rimanga un mercato aperto, assicurando
anche in futuro pari opportunità alle imprese e lottando contro il
protezionismo nazionale. Ma la politica di concorrenza darà un ulteriore
contributo al conseguimento degli obiettivi di Europa 2020.”
Ma vediamo quello che è successo in questi ultimi anni nella formazione professionale siciliana
Il 2006 è trascorso tranquillo, mentre nel 2007 la situazione comincia a
diventare esplosiva e la regione cerca di limitare i danni, dando la
minor pubblicità possibile, ad un operato che negli anni successivi si
trasforma in una bomba ad orologeria che si sta amplificando sempre di
più
Nel 2008 il Prof (Piano Regionale dell’Offerta Formativa), viene
impugnato dal commissario dello stato, ma dalla politica arrivano le
“garanzie di una corretta gestione”, per cui si trova la soluzione di
ri-adottare il piano dell’anno precedente, a garanzia degli enti
storici, e naturalmente di coloro che si avvantaggiano di questa
situazione per un altro anno.
Nel 2009 non potendo più ripetere il giochetto dell’anno precedente, si
inventa la linea 1 (enti storici) e la linea 2 (tutti gli altri enti),
cosi come prevede il regolamento della comunità europea per poter
usufruire dei finanziamenti( – avviso n.12 del 4/11/2009 – formazione
permanente linea 2 P.O.R. FSE Sicilia 2007-2013 asse II occupabilità),
per poter mettere di nuovo le mani illegittimamente sui finanziamenti
della comunità europea. Naturalmente la linea 1 parte subito, finanziata
dalla CE, mentre la linea 2, dopo aver svolto il suo ruolo, cioè
buttare fumo negli occhi e permettere l’accesso ai finanziamenti CE alla
linea 1, non avendo più motivo di “esistere” scompare e ad oggi ancora
si aspetta l’avvio di quei pochi corsi entrati in graduatoria nella
linea 2, ma volutamente poi accantonati. Anche un altro avviso, il n.8
del 29/05/2009: Programma operativo obbiettivo convergenza 2007-2013 FSE
Asse II – Occupabilità, creato ad arte per calmare gli animi inquieti,
ha svolto la sua parte in quel periodo, perché ha permesso di avere
poche lamentele da parte di chi non era stato inserito in un “blindato”
Prof 2009, naturalmente anche l’avviso n. 8, dopo aver svolto il ruolo
di specchietto per le allodole, subito dopo è stato smontato ad arte.
Stesso fine fanno anche 2 delle 4 linee dell’avviso “Infomare”, ( non si
nono mai fatte neanche le graduatorie), mentre la linea 4 ha superato
lo sbarramento di fuoco di tutti, chi sa perché.
Nel 2010: non potendo più ripetere i “trucchi” degli anni precedenti,
con uno sforzo enorme, il Prof, viene finanziato con proventi regionali e
non europei, ma anche nel 2010 sono state cercate tutte le scappatoie
possibili per mettere le mani sui finanziamenti della CE, come per
esempio le diarie degli allievi pagate con quei soldi ecc.
Nel 2011 si arriva perfino a mettere paletti per impedire l’ingresso
di enti che diversamente avrebbero avuto diritto di partecipazione, a
volte stravolgendo i criteri di selezione, per accaparrarsi per
l’ennesima volta i finanziamenti europei e gestirli con modalità
diametralmente opposte a quelle sottoscritte con l’Europa (libera
concorrenza, trasparenza, qualità, ecc.).
In pratica la regione ha portato avanti negli ultimi anni un sistema
protezionistico, con bandi e avvisi diversi, ma identici nel risultato
di finanziare non i progetti, ma la platea di lavoratori della
formazione. Le stesse dichiarazioni del Dott. Albert, che risultano dai
verbali ufficiali della seduta della V commissione lavoro e formazione
dell’ARS n.287 del 26.6.2012 dove “…… rileva che il suo mandato era
quello di portare a compimento il bando…” (riporto la parte scritta nei
verbali, naturalmente non tutta la dichiarazione espressa davanti alla
commissione).
Questa gestione è una delle cause per la quale gli ispettori dell’OLAF,
arrivano in Sicilia bocciando quasi tutto, mentre contemporaneamente
partono le inchieste della magistratura che da anni aveva sotto
osservazione queste attività
Ma non è possibile smontare dall’oggi al domani un carrozzone che negli
anni, le varie amministrazioni, lontane dai riflettori e dalla
trasparenza, hanno costruito, ora è diventato un problema impossibile
gestire
Credo che la verità sia sotto gli occhi di tutti: La formazione
professionale è ormai, da anni, in balia di lotte di spartizione e di
interessi avallati di volta in volta da chi a turno viene chiamato a
gestire i finanziamenti che la comunità europea manda in Sicilia, in una
situazione ormai irrecuperabile.
Dopo la bocciatura da parte della comunità europea, unica possibilità di
portare avanti la seconda ed eventualmente la terza annualità
dell’Avviso 20, è quella di “lasciare” i finanziamenti esistenti della
comunità europea (a patto di rispettarne i criteri di assegnazione) e
trovare delle soluzioni alternative. Cosi con una serie di alchimie,
quasi impossibili, con genialità si è trovata una soluzione praticabile
per la seconda annualità, che però visto da un’angolazione diversa, ha
penalizzato ancora di più i giovani siciliani, anche se è riuscita ad
allontanare per un po’ la catastrofe annunciata.
Premesso che ogni volta che la comunità europea finanzia una attività da
realizzare, questo finanziamento non è mai al 100%, ma una parte, pari
al 20- 30% viene coperta dallo stato o dalle regioni destinatarie del
finanziamento, così, nel piano finanziario che prevedeva la seconda
annualità formativa, tenendo conto che nel bilancio dello stato erano
stati accantonati sia i finanziamenti della comunità europea sia (la
minor parte) quelli dello stato e della regione, consapevoli che quelli
della comunità europea, anche se rappresentavano la parte più cospicua,
era impossibile averli, si arriva alla la tremenda decisione: Si
rinuncia alle somme che la comunità europea aveva stanziato per la
formazione in Sicilia, si sposta invece la piccola percentuale dal
bilancio dell’anno precedente a quello attuale, e con queste rimanenti
somme si cerca di “accontentare” per quanto possibile gli enti
formativi.
Due gli immediati risultati: Non esistono fondi europei per far partire
una formazione di qualità, e pur gestendo tutto in economia, facendo
tesoro delle cifre rimanenti, con la magistratura che ha cominciato a
scoperchiare il vaso di pandora, siamo arrivati alla situazione di oggi
che tutti conosciamo.
E il futuro?
Di certo non si possono gestire in questo modo le risorse della comunità
europea, e non ci saranno in futuro somme accantonate da anni
precedenti per poter essere utilizzati.
Unica soluzione è quella di un ritorno alla vecchia legge LR 24 del
6-03-1976 da dove tutto era partito, con finanziamenti regionali che di
certo non è facile reperire.
Quindi la grande “cura dimagrante” ha come scopo di snellire le future
spese della regione, riducendo al minimo le unità da soccorrere.
Da qui nasce l’idea di una mega struttura, che in futuro verrà
finanziata con fondi regionali. Cioè è prevedibile un vero e proprio
ritorno a quello che succedeva prima del 2003.
Ma tutto questo sarà possibile?
D’altra parte è giusto che i sindacati cercano di tutelare i
lavoratori, e anche l’assessorato recepisce questa situazione, ma le
risorse disponibili per questa tipologia di attività, cosi predisposte,
non esistono, a meno che non si vadano a creare ancora situazioni poco
chiare. Non si possono utilizzare in piena trasparenza i fondi UE per
ragioni di tutela dei lavoratori della formazione, giuste o sbagliate
che siano, perché, semplicemente questi fondi hanno destinazioni
diverse. Non si mette in dubbio la legittimità delle intenzioni, ma è
illegittimo l’utilizzo di questi fondi che sono stanziati per attività
diverse.
Esistono oggi, molti moltissimo fondi che li arrivano dalla comunità
europea ma per usarli deve rispettare le regole della comunità che sono
diverse da quelle che vuole la regione.
I due punti di vista sono inconciliabili. Impossibile una loro
coesistenza, e passando il tempo le distanze si allungano ancora di più,
creando ancora più disagio, perché la verità continua ad essere sempre
nascosta
Ma non dimentichiamo che nel 201, cioè durante la prima annualità sono
state pubblicate tre tipi di graduatorie, la prima di coloro a cui i
progetti sono stati approvati e finanziati perché esisteva la
disponibilità economica, la seconda di progetti approvati ma non entrati
nel finanziamento per mancanza di liquidità e terza di progetti non
approvati.
Ora la regione, anche utilizzando fondi propri, durante la seconda
annualità, ha tolto “l’appalto” a diversi enti, convogliando tutti i
progetti verso una mega struttura che è quella di Priolo, ma, secondo
me, si pone una domanda legittima e cioè, questo “dirottamento” rientra
nella legittimità oppure essendo sempre delle graduatorie, approvate
nella prima annualità, esse dovevano scorrere assegnando agli enti che
avevano presentato progetti approvati ma non finanziati per mancanza di
fondi, la possibilità di essere a loro volta inseriti nel finanziamento?
Restando sempre in tema di formazione, ad esempio, all’allievo che si
ritira da un corso subentra il primo in graduatoria (fra coloro che
hanno superato la selezione) e non si inserisce un soggetto che non ha
partecipato alla selezione, così mi chiedo, come è possibile che si
revocano i finanziamenti ad alcuni enti e al loro posto subentra un
altro ente, che non ha partecipato al bando né ha presentato quei
progetti, e non è in graduatoria?
Certo, la situazione è gravissima, ma non è colpa dell’attuale
amministrazione, perché non si può addossarle la responsabilità di tutto
quello che le amministrazioni precedenti hanno “combinato”.
Non è colpa degli enti che si trovano a gestire una situazione che è più
grande di loro, perché devono garantire i lavoratori anche quando i
corsi non sono attivi, come se fossero dipendenti di una pubblica
amministrazione. Ma non lo sono, perché sono semplicemente dei privarti
assunti da un ente privato.
Certo non è colpa dei sindacati che cercano di tutelare e salvare il
salvabile, ma in tutti questi anni perché non sono intervenuti?
Tutti sapevano..
Ora si stanno cercando nuove soluzioni, ma perché solo ora? Cosa si è
fatto in tutti questi anni, quando si poteva intervenire senza creare la
situazione drammatica di oggi.
E siamo solo all'inizio….
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