L'onda di Barbara Pasotti
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L’onda chiese al mare: "mi vuoi bene?". Ed il mare le rispose .
"il mio bene è così forte che ogni volta che t’allontani verso la terra
io ti tiro indietro per riprenderti tra le mie braccia. Senza te la mia
vita sarebbe insignificante. Sarei un mare piatto, senza emozione. Tu
sei l’essenza del mio esistere.". L’onda fu felice. Tra le braccia del
mare. Facendo finta, ogni volta di volare via, per dare quel senso di
precarietà alle cose, per renderle preziose. Ed ogni volta il mare la
riprendeva, con le sue braccia grandi, per riportarla a sé. Raccontano
che una notte la luna illuminava il mondo, e l’onda bianca lentamente,
in un ballo infinito, scivolava tra un prendersi e un lasciarsi, col
mare che stendeva le braccia per poi ritirarle, facendo finta a volte di
non poterlo fare, perché l’onda potesse assaporare anch’essa quella
precarietà che rende le cose preziose. L’onda ed il mare sono ancora lì,
nel gioco infinito delle emozioni. E fanno finta che sarà l’ultima
volta che l’onda partirà verso la terra, per non tornare più, ma poi,
alla fine, è più forte su tutto il bisogno di riprendersi. Nel sogno di
un bene senza fine.
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