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martedì 22 dicembre 2009

Un viaggio in barca a vela. Lunghi giorni trascorsi tra cielo e mare e terre emerse, come in ere primordiali. La natura si è svelata in tutto il suo potere: quell’incanto ha varcato la soglia del pensiero razionale, fino a raggiungere la parte più nascosta del desiderio di ogni essere umano. La scoperta. Lungo il cammino verso gli eterni vulcani eoliani, la vita e la morte si confondevano tra la schiuma del mare e i fumi della lava che incandescente creava nuove tracce di geografie sommerse. Niente sembrava impossibile.

La natura stessa delle isole magnificava la creazione. Quel loro essere immobili nel flusso di correnti che lambivano ogni lato della costa e ogni creatura vivente e sopravvivente, era segno di una storia che si lasciava attraversare, che ti rapiva l’attenzione, che ti liberava da ogni dubbio: il tempo non è che una stupida invenzione.
Le ore in barca seguivano il lento andare del soffio di Eolo, e come antichi naviganti registravamo i segni di una nuvola, di un mulinello, di uno scoglio a pelo d’acqua, di un delfino solitario.

Le baie che ci accoglievano nella notte erano piccoli villaggi di solitudini galleggianti: ogni equipaggio nella propria stiva, a replicare le abitudini di una quotidianità familiare. Ogni piccolo gesto rimandava affetto, in una gioia di stare insieme che cresceva di giorno in giorno. La cambusa piena, la cucina in attività, le birre fredde.
La sera arrivava per riportarci a terra, almeno con i piedi. Il maltempo ci ha regalato l’emozione delle onde alte, della pioggia a confonderci i tratti del viso, del sudore sotto il pile mentre si cazzava la scotta del genoa.

Ogni isola è un pianeta: Salina, Lipari, Vulcano, Panarea, Stromboli. Le più vicine alla rotta degli inesperti, le più lontane alla meta degli incoscenti. La consapevolezza di una avventura irripetibile ci rendeva audaci e pronti ad affrontare le novità. Anche per questo il timone non ci faceva paura, lo dominavamo con grazia e gratitudine.
Le immersioni hanno completato la perfezione di una esplorazione in cerchi concentrici. Scendere fino alle radici di quei luoghi antichi, fino a vedere i segni che civiltà sepolte hanno consegnato alle profondità marine. Pareti colorate di vegetazione acquatica, crostacei inerpicati tra la roccia, pesci nascosti tra le alghe e i fondali sabbiosi.

Navigando per i mari del tempo, siamo giunti fino a qua.



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