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mercoledì 11 giugno 2014

La Prevenzione di Daniele Guarrera

La prevenzione è l'insieme di azioni finalizzate ad impedire o ridurre il rischio, ossia la probabilità che si verifichino eventi non desiderati.


Gli interventi di prevenzione sono in genere rivolti all'eliminazione o, nel caso in cui la stessa non sia concretamente attuabile, alla riduzione dei rischi che possono generare dei danni.

Tutto ciò vale per qualsiasi cosa si faccia nella vita e, proprio, a partire dalla stessa vita.

Dallo stato di salute, del resto, è abitudine di tutti dire “finché c’è la salute c’è tutto”.

Esistono tre livelli di prevenzione, che si riferiscono ad atti e fasi diverse:
  • Prevenzione Primaria: è la forma classica e principale di prevenzione, focalizzata sull'adozione di interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre l'insorgenza e lo sviluppo di una malattia o di un evento sfavorevole. La maggior parte delle attività di promozione della salute verso la popolazione sono, ad esempio, misure di prevenzione primaria, in quanto mirano a ridurre i fattori di rischio da cui potrebbe derivare un aumento dell'incidenza di quella patologia. Frequentemente la prevenzione primaria si basa su azioni a livello comportamentale o psicosociale (educazione sanitaria, interventi psicologici e psicoeducativi di modifica dei comportamenti, degli atteggiamenti o delle rappresentazioni). Un esempio di prevenzione primaria è rappresentato dalle campagne antifumo promosse dai governi.
  • Prevenzione Secondaria: si tratta di una definizione tecnica che si riferisce alla diagnosi precoce di una patologia, permettendo così di intervenire precocemente sulla stessa, ma non evitando o riducendone la comparsa. La precocità di intervento aumenta le opportunità terapeutiche, migliorandone la progressione e riducendo gli effetti negativi. Un esempio di prevenzione secondaria è lo svolgimento del Pap test nella popolazione femminile sana.
  • Prevenzione Terziaria: è un termine tecnico relativo non tanto alla prevenzione della malattia in sé, quanto dei suoi esiti più complessi. La prevenzione in questo caso è quella delle complicanze, delle probabilità di recidive e della morte (anche se, in tale caso, tutti i trattamenti terapeutici sarebbero in un certo senso, paradossalmente, "prevenzione"). Con prevenzione terziaria si intende anche la gestione dei deficit e delle disabilità funzionali consequenziali ad uno stato patologico o disfunzionale.

Perché se abbiamo ben 3 livelli di prevenzione ci si continua ad ammalare ed, in particolare si continuano a subire attacchi ischemici ed entrare nelle malattie degenerative?

Le risposte sono molteplici e, purtroppo, sommano i loro effetti tra di loro.

Iniziamo a dividerle in due grandi categorie.
  1.        L’informazione e l’abitudine all'informazione che riceviamo.
  2.        Tutte le sostanze che entrano in contatto con il nostro corpo, gli alimenti e l’ambiente.

Parliamo dell’informazione.
Oggi sappiamo che l’informazione è gestita per trasmettere ciò che “è meglio che venga trasmesso” e raramente ciò che è giusto.

Ciò significa che viene dato valore a ciò che interessa al sistema che vuole comunicare e non necessariamente a ciò che è veramente utile e/o buono.

Generando delle vere e proprie abitudini di vita che, a loro volta, generano e sostengono enormi business.

Facciamo un esempio.

Se vi chiedessimo quanti prodotti conoscete contro il mal di testa?

Probabilmente rispondereste che ne conoscete almeno 10.

Ma se vi chiedessimo quanti di questi prodotti vi hanno spiegato come prevenire e/o evitare il mal di testa, cosa potreste rispondere?

Tra i prodotti che conoscete, quanti hanno poi, la versione “super”?

Quasi tutti perché, ovviamente, ciò che fa più colpo è contrastare i sintomi anche se poi dovrete combattere quel mal di testa tutti i giorni.

E…gli effetti collaterali? Da moltiplicarsi per tutte le volte che prenderete quei prodotti?

Siamo abituati alle grandi raccolte fondi per la ricerca ma, rifletteteci, secondo voi fanno una prevenzione primaria o secondaria?

Dal sito AIRC.it

“Le statistiche del cancro
Ogni giorno in Italia si scoprono 1.000 nuovi casi di cancro. Quasi il 70% dei tumori, però, potrebbe essere prevenuto o diagnosticato in tempo.
Si stima che nel nostro Paese vi siano nel corso dell'anno 366.000 nuove diagnosi di tumore (esclusi i tumori della pelle, per i quali è prevista una classificazione a parte a causa della difficoltà di distinguere appieno le forme più o meno aggressive), circa 200.000 (55%) fra gli uomini e circa 166.000 (45%) fra le donne.”

E’ il caso di dire che, per fortuna, è aumentata anche la percentuale di soggetti che, curati, sono vivi dopo 5 anni.

Ma se il 70% potrebbe essere prevenuto perché non c’è nessuno che bussa alla vostra porta per informarvi su cosa dovreste fare?

La risposta datevela da soli pensando a cosa occorre fare, in termini pratici ed economici, per avere una ecografia, una tac, a quanto costano le cure, a dove si fanno ed a cosa comportano per la persona e la famiglia.

Cosa accadrebbe se, magicamente, venissero posti in commercio prodotti che TOGLIEREBBERO DAVVERO il 70% dei tumori?

Sicuramente un enorme danno a tutto il business del trattamento del sintomo.


L’altro tema è quello delle sostanze che entrano in contatto con il nostro organismo.

E “va bene” l’inquinamento, “va bene l’elettromagnetismo”, “vanno bene” le radiazioni, “va bene” lo stress del quotidiano ma se queste cose già ci stanno attaccando una menzione all’alimentazione va fatta.

Quanto meno perché la immettiamo volontariamente nel nostro organismo.

Di fatto dovrebbe nutrirci.

“E si potevano mangiare anche le fragole” diceva il buon Vasco Rossi.

E già, fragole presenti tutto l’anno e grosse come mele, chissà come mai.

Pesche presenti a novembre ma con un evidente segno di come il frutto si sia gonfiato così tanto da schiacciarsi, da solo, contro il ramo su cui era attaccato, chissà come mai.

Primizie che arrivano sulle tavole a prezzi esorbitanti, che si paghino tutte le sostanze chimiche usate per fargli prendere colore? Certo non sapore né, tanto meno, valori nutritivi.

Vi siete mai chiesti quale sia il valore nutritivo della frutta e verdura che mangiamo?

Dovreste farlo!

Perché è proprio da frutta e verdura che arrivano, dovrebbero arrivare le sostanze naturali deputate ad aiutare l’organismo a vivere meglio.

In realtà, nell'ultimo 50ennio, il valore nutritivo di frutta e verdura è precipitato.

Tutto ciò a causa di svariati motivi che non elenchiamo in questa occasione.

In buona sostanza Esterno batte Uomo 4-0!

Tocca a te cambiare le cose!

Nessuno lo farà per te perché mentre per te è la tua vita per “loro” è business.

Quindi dovresti imparare a leggere, capire e decidere cosa fare.

La stessa AIRC dice che il 70% dei tumori sarebbe evitabile, a ciò aggiungiamo che anche le ischemie sarebbero evitabili, almeno tutte quelle non generate da malformazioni congenite.

La nostra missione è questa, fornire una base chiara e solida su cosa si può fare in PREVENZIONE PRIMARIA.

Evitare davvero l’insorgere di questi fenomeni.

Facciamo business anche noi, è vero.

Ma è meglio pagare qualcosa per evitare e, contestualmente, vivere meglio oppure pagare per curare ciò che è già accaduto.

Tra le due tipologie di spese noi pensiamo sia meglio la prima ma abbiamo anche la certezza di costare molto meno in termini di costo bello e buono e tanto di più in quello della complicanza alla vita.

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