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venerdì 23 gennaio 2015

Aralù
Anni fa furono introdotte per la prima volta in Italia le bombole d'alluminio. Il corpo bombola era prodotto dalla Luxfer, azienda leader in questo campo e le bombole distribuite dalla Technisub per lo più confezionate come bibombola. A distanza di anni molti di questi bibombola hanno subito una "macellazione" dalla quale si ricavano due mono da un bibo. 

Le bombole d'alluminio, che avevano avuto scarsa diffusione per il maggior peso ed ingombro, sono oggi ricercate per uso come decompressiva o bailout da parte di chi fa immersione tecnica, ma si è dimenticato, nel frattempo che la maggior parte di queste sono state costruite con una lega poco idonea e che richiede un particolare collaudo.

Anche se in Italia non ci sono stati finora incidenti, bisogna tener conto che lo sviluppo di queste cricche nel tempo é lento (circa 6-7 anni) e che la vetustà del parco bombole é un fattore che fa aumentare il rischio di giorno in giorno.


Il rischio cui andiamo incontro

Bisogna anche considerare che la maggior parte delle bombole sono state ferme per anni, e che ora, riscoperte per uso relativo alla subacquea tecnica, sono nuovamente sottoposte a stress e quindi a rischio.

 


Cedimenti in corrispondenza del collo bottiglia
In altre parole, in passato queste bombole non anno avuto successo e sono state usate poco.
 

La maggior parte sono state dimenticate in qualche cantina quindi, considerando chei  tempi di sviluppo delle"cricche sono lunghi," si può affermare che la statistica degli anni passati non ha alcun valore.
         
La cosa più pericolosa è che anche l'ISPESL ignora che il normale collaudo le rende assai più pericolose.
Per esperienza posso dire che su 5 bombole che hanno appena superato il normale collaudo, 4 non hanno superato lo specifico controllo metallurgico denominato "Visual.".

Il problema di questa lega, la (AA6351) si manifesta con la formazione di cricche da sforzo prolungato sotto il collo della bombola.
 

Queste cricche, che si propagano radialmente rispetto alla sede della valvola, hanno uno sviluppo lento nel corso degli anni e possono essere accelerate da un aumento eccessivo della pressione, come ad esempio il collaudo: in questo caso la "cricca" diventa critica, vale a dire si sviluppa rapidamente nel tempo.
 

Le bombole sono state a suo tempo richiamate dalla Luxfer.

La Technisub ha dato la notizia che si può leggere nel sito della ditta tra le "FAQ", cosa che, però, rende poco evidente la notizia e la gravità del problema.

L'esame dei reperti evidenzia come il cedimento sia partito da "cricca" generatasi sotto il collo della bombola.
 

La superficie dall'aspetto "granulare" che si nota in prossimità della filettatura è stata generata dal cedimento del materiale
          
ASPETTO DELLA CRICCA INTERNAMENTE IL COLLO DELLA BOMBOLA

La"cricca"é indicata dalla freccia con sigla "C1"


La"cricca"é indicata dalla freccia con sigla "C1"
Queste bombole oltre al test idrostatico normale hanno bisogno di un'ispezione detta "Visual".
 

Tale ispezione, oltre alla rilevazione visiva delle "cricche"si avvale di un esame metallurgico denominato"Eddy Current".


Ispezione detta "Visual"

Questo doppio collaudo, idrostatico e "Visual" devono essere ripetuti ogni due anni.
 


Si consiglia di effettuare prima il collaudo idrostatico, in quanto è questo a rendere critiche le "cricche".
Fare l'inverso non avrebbe senso in quanto andremmo ad alterare la situazione verificata con il visual.     
     
     
Per domande e collaudi contattare la Luxfer
La Luxfer è rappresentata in Italia da:
MATAR Srl
V.le E. Mattei, 5 a/b
25080 MAZZANO (Brescia)

Tel.: +39 030.2593707
(Fax.: +39 030.2592646 -
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E-mail: mailto:info@matar.it




       

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