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Sensazionale scoperta di un relitto romano nelle acque di Panarea
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La Soprintendenza del Mare ha intrapreso nel 2009 un progetto di ricerche in alto fondale in collaborazione con la Fondazione statunitense Aurora Trust denominato “Archeorete Eolie” che ha già avuto come obiettivo la ricognizione di un tratto di mare di circa 150 kmq a Sud dell’isola di Panarea. In seguito a quella ricerca effettuata con “side scan sonar” si indiziò strumentalmente, già nella campagna effettuata a luglio 2009, la presenza di due relitti ad oltre cento metri di profondità. In occasione della registrazione di una puntata per il programma televisivo “Pianeta Mare” effettuata in collaborazione con l’ISPRA del Ministero dell’Ambiente che ha messo a disposizione la nave oceanografica Astrea , si è tornati sui luoghi della ricognizione i giorni 24 e 25 del mese di giugno 2010. La nave Astrea è dotata di sofisticate attrezzature per la ricognizione subacquea, nonché di personale qualificato; tra le attrezzature di cui la suddetta nave è dotata vi è un ROV estremamente maneggevole e versatile per la ricerca in alto fondale. Il ROV (Remotely Operated Vehicle) è uno strumento dotato di telecamere, fari illuminatori e propulsori ad elica capace di inviare in diretta immagini estremamente nitide del fondale. E’ inoltre dotato di manipolatori idraulici per la raccolta di campioni e reperti dal fondo. Grazie a questo ROV si è tornati sul luogo ove l’anno prima era stata indiziata la presenza di uno dei due relitti individuati in seguito alle ricerche condotte in collaborazione con la Fondazione Aurora Trust. Con grande soddisfazione dei ricercatori della Soprintendenza del Mare e delI’ISPRA, il carico del relitto si è materializzato attraverso le nitide immagini del ROV. Il carico è formato da centinaia di anfore del tipo Dressel 21-22 databili al I sec.d.C., di fabbricazione laziale, adibite al trasporto di garum o frutta fresca o secca, oltre che granaglie di vario tipo. Le anfore si trovano disposte in posizione leggermente diversa da quella originale nella nave. Esse sono, infatti, quasi tutte coricate su di un lato. Ciò indicherebbe che la nave, scivolando sul fondo, si sia appoggiata su un fianco. Tuttavia le anfore mantengono ancora la disposizione originale dimostrando che l’affondamento sia avvenuto probabilmente per turbolenza marina che ha fatto imbarcare acqua alla nave facendola scivolare delicatamente sul fondo. Al fine di chiarire più precisamente la natura del carico si è effettuato il prelievo di un’anfora per accertamenti di natura tipologica, cronologica e merceologica. L’intera sequenza della scoperta del relitto e del recupero dell’anfora sarà oggetto di una puntata del magazine televisivo “Pianeta Mare” in onda su Rete 4.
Il progetto di ricerca “Archeorete Eolie” è coordinato per la Soprintendenza del Mare da Stefano Zangara e per la Fondazione “Aurora Trust” dall’archeologo Timmy Gambin. Il progetto s’inquadra nella collaborazione tra la Soprintendenza del Mare, diretta da Sebastiano Tusa, e la Fondazione Aurora Trust diretta da Craig Mullen e Ian Koblick. Le operazioni in mare che hanno portato nella notte tra il 24 ed il 25 giugno 2010 alla identificazione visiva del relitto sono state eseguite in collaborazione con ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) del Ministero dell’Ambiente coordinato dal biologo marino Franco Andaloro. Le ricerche archeologiche in alto fondale nel mare intorno a Panarea riprenderanno il 15 luglio del 2010. L’Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Gaetano Armao, in occasione della conferenza stampa, ha presentato alcune iniziative assessoriali riguardanti l’iter procedurale per l’istruttoria mirata all’inserimento nel patrimonio mondiale dell’UNESCO (World Heritage) dell’isola di Mozia nello Stagnone di Marsala e dell’isola di Pantelleria. La proposta di Mozia verrà istruita in gemellaggio con le isole Cassiteridi che gli autori antichi, da Erodoto a Diodoro Siculo, da Tolomeo a Strabone ponevano ai confini del mondo di allora come sede di importanti giacimenti di stagno e piombo sfruttati di Fenici e dai Greci. L’identificazione delle Cassiteridi con un luogo preciso non è certa anche se appare probabile che si tratti delle isole Scilly (Isole Sorlinghe), arcipelago a 45 km dalla punta più sud-occidentale della Cornovaglia. Si tratta di 140 isole e isolotti delle quali solo sei sono abitate da circa 2000 persone (St’Mary’s; Tresco; St. Martin’s; St. Agnes; Brhyer; Gugh) che vivono soprattutto di turismo (birdwatching soprattutto in ottobre), agricoltura (floricoltura dei narcisi) e pesca. Analogamente si è iniziata l’istruttoria per la proposta d’inserimento nel patrimonio mondiale di Pantelleria, in gemellaggio con l’isola di Ojika dell’arcipelago di Goto della prefettura di Nagasaki in Giappone. In quest’isola la Soprintendenza del Mare ha già intrapreso nel 2009 una ricerca archeologica subacquea (che proseguirà nel prossimo mese di agosto del 2010) in collaborazione con il Prof. Kenzo Hayashida dell’Università di Fukuoka tesa all’identificazione delle navi della flotta di Kublai Khan, nipote di Gengis Khan e primo imperatore cinese della dinastia Yuan, distrutte dagli uragani nei due tentativi falliti di invasione del Giappone nel 1274 e 1281. Già una delegazione composta dal Sindaco, dal Presidente del Consiglio comunale e dal direttore del Museo di Ojika è stata accolta ed ospitata dal Comune di Pantelleria nel maggio scorso.
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