Facile e divertente, impegnativo o estremamente tecnico, e chi più ne ha più ne metta.
Anche con l’ausilio di questi termini, le varie Didattiche della subacquea italiana, propongono i loro metodi d’insegnamento, quasi certamente tutti validi e consolidati da anni di fervente attività.
Ma da qualche tempo, mi domando: Che cosa ha portato di positivo alla subacquea tutto questo fiorire di Agenzie e Federazioni?
Sinceramente non sono riuscito a darmi una risposta soddisfacente in termini di logica e di buon senso, di onestà con se stessi e con gli altri, e di razionalità in merito a ciò che è bene spiegare in maniera approfondita, o se invece convenga, rimandare la trattazione di alcuni argomenti per motivi legati soprattutto alla sicurezza.
Questo sport, grazie alla tecnologia, alla scienza, ed agli investimenti delle Aziende del settore, si è trasformato in un’attività ricreativa quasi di massa, l’immersione in generale diviene sempre più sicura, e tantissimi sono i praticanti in tutto il mondo che lo testimoniano. Segnale che esiste maggior attenzione per gli aspetti legati alla formazione teorico-pratica degli allievi sommozzatori.
Tutte le organizzazioni didattiche prevedono alla fine del corso una serie di verifiche più o meno semplici per valutare la concessione del brevetto di abilitazione.
Sotto certi aspetti c’è chi afferma che sia una specie di controllo della qualità a tutela del consumatore stesso.
Questo è quello che avviene attualmente sul mercato internazionale della subacquea.
Mercato? Si! Avete letto bene. Personalmente lo considero un mercato, poiché tutti cercano di vendere il proprio prodotto senza alla fine offrire la necessaria e dovuta qualità.
Mercato? Si! Avete letto bene. Personalmente lo considero un mercato, poiché tutti cercano di vendere il proprio prodotto senza alla fine offrire la necessaria e dovuta qualità.
La colpa? Sicuramente non è delle Agenzie o delle Federazioni (perlomeno lo spero), poiché tutte prevedono un livello qualitativo e addestrativo minimo.
Ho motivo comunque di ritenere che si possano attribuire delle precise colpe a:
- istruttori che, per motivi strettamente legati al guadagno facile, trascurano quelle fasi dell’addestramento indispensabili non solamente per accrescere la conoscenza dell’allievo ma anche per trasmettere passione per l’attività in generale;
- istruttori che, pur di fregiarsi del titolo, non perdono occasione per rendere estremamente impegnativo un corso che comunque ed in nessun caso prevede straordinarie performance di addestramento, cercando probabilmente con questi comportamenti di dare sfogo a proprie personali frustrazioni.
In questa rubrica, cercheremo di offrire una visione differente: cureremo non solo gli aspetti della teoria di base ma ci occuperemo soprattutto delle motivazioni, con lo scopo di offrire un maggiore slancio ed interesse alla passione per la subacquea.
In questo percorso, tratteremo anche gli aspetti mirati a quelle che vengono definite specializzazioni, ma con quella componente in più che spesso viene a mancare in qualche insegnante: l’esperienza
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