Testi e foto di Francesco Turano
Quest’anno l’inverno è stato particolarmente rigido anche nello Stretto di Messina. Pioggia insistente, fiumare gonfie d’acqua che hanno intorbidito il mare come non accadeva da tempo, abbondanti nevicate a volte anche a bassa quota, hanno reso la vita difficile ai subacquei che lo Stretto lo vivono ormai da anni affrontando i rigori degli inverni comunque miti di quest’area del Mediterraneo. L’acqua sporca ha reso difficile il lavoro dei fotosub ma, se da un lato è stato più impegnativo concretizzare dei risultati di stagione per chi del mare ha fatto un lavoro e una scelta di vita, dall’altro è doveroso sottolineare che, da quando si usano le mute stagne Gravity Zero, siano esse in precompresso o trilaminato (ma col giusto sottomuta) il freddo è solo un triste ricordo e il confort in immersione è diventato di normale amministrazione.
Personalmente non riuscirei proprio a tornare indietro, dopo aver indossato la mia GZ in precompresso da 2,5 mm, poiché mi son talmente abituato a quel bel calduccio abbinato alla vestibilità e al confort che mi riesce difficile anche solo pensare ad altro. E vedo con piacere che anche i miei amici, gli altri membri del team GZ, non sono da meno: osservandoli e fotografandoli durante i preparativi per un tuffo di fine inverno, osservo i loro movimenti e noto con piacere che, a parte i grandi vantaggi di cui si gode in immersione, è un piacere anche affrontare anche la dura e a volte stressante immersione da terra: la muta non crea impacci, sembra addirittura più comoda delle vecchie e confortevoli mute umide (la famosa seconda pelle del subacqueo d’un tempo). E così. Con la dovuta calma, chi con attrezzature fotografiche, chi con videocamere ingombranti, si accinge ad affrontare l’ennesima immersione, noncurante dei rigori di un inverno che farà passare alla storia questo duemilanove…
Osservando dal mirino della mia reflex e concentrandomi sugli scatti non ho potuto fare a meno di notare un’altra caratteristica delle mute GZ, trascurabile per certi versi, ma importante forse per gli italiani, campioni mondiali nel gusto e nel look. Pensate un po’: queste mute sono persino belle, hanno un taglio che le rende esteticamente gradevoli, al punto che se mettete vicino due subacquei ed uno di essi ha un’altra muta stagna, ci si accorge di quanto goffa possa apparire la sagoma di quel subacqueo che non indossa GZ. Guardate le fotografie e ditemi cosa ne pensate. Non è una sensazione, è un fatto.
I rigori invernali del mare dello Stretto
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