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venerdì 24 giugno 2011

LA RESPIRAZIONE CORRETTA PER IL SUBACQUEO INDUSTRIALE: 
IMPORTANZA DELL'ATTREZZATURA


Quando si parla di attività subacquea è obbligatorio distinguere tra subacquea sportiva e subacquea industriale in quanto la tecnica di immersione è completamente diversa.
Partiamo dalla terminologia per chiarire alcuni concetti base:
Nella subacquea sportiva, SCUBA è un acronimo che significa “Self Contained Underwater Breathing Apparatus” ovvero “apparato di respirazione subacqueo autonomo”.
Nell'uso comune può riferirsi a:

  • “subacquea come disciplina” dalla traduzione dell'inglese “SCUBA diving”
  • “attrezzatura per immersioni” inteso come SCUBA set, cioè attrezzatura per SCUBA.
Quindi nella subacquea sportiva SCUBA non è altro che la tecnica di immersione condotta con sistema singolo ed autonomo di respirazione, costituito da erogatore a circuito aperto e bombola. Il subacqueo indossa una a maschera nasale e respira tramite un autorespiratore autonomo normalmente ad aria (ARA).


Diverso è il significato che l'acronimo SCUBA assume nella subacquea industriale dove indica solo la fornitura dell'aria dalla bombola e non il tipo di strumento che uno ha in faccia (cioè “Caschi e maschere facciali” collegati alla bombola = SCUBA per chi è operatore tecnico subacqueo – OTS).

La definizione di OTS (Operatore Tecnico Subacqueo) è entrata nel linguaggio corrente dell’industria subacquea da oltre tre lustri per designare il professionista subacqueo che, pur mantenendo l’assetto leggero del sommozzatore (SMZ), non ne utilizza la maschera nasale e l’autorespiratore autonomo ad aria (ARA), ma opera con il casco in contatto costante e tangibile con la superficie tramite l’ombelicale che gli fornisce, tra l’altro, riserva di aria respiratoria teoricamente illimitata come la manichetta del palombaro (PLB).
Questa figura tecnica (OTS) che si colloca concettualmente tra palombaro (PLB) e sommozzatore (SMZ) e che costituisce il modello oggi dominante di intervento subacqueo professionale in basso e alto fondale.
Nella subacquea industriale bisogna rispettare alcuni standard minimi per garantire la sicurezza dell'OTS. Per questo motivo non è consentito l'utilizzo dell'erogatore a domanda.

Come si legge nell'ORDINANZA N.50/2011 del 07/06/2011 del 07/06/2011 della Capitaneria di Porto di Palermo, il Regolamento di sicurezza per le operazioni subacquee nel circondario marittimo di Palermo (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) prevede tra le diverse cose dell'equipaggiamento di immersione proprio il casco rigido o maschera facciale (come descritto al successivo punto 9.3) e l'ombelicale a tre vie (come descritto al successivo punto 9.2).

I Caschi e le maschere facciali utilizzati nelle operazioni subacquee devono:
- essere dotati di valvola di non ritorno al punto di collegamento tra casco/mascherone ed ombelicale che agisca con immediatezza ed efficacia;
- essere dotati di valvola di scarico (o sistema di recupero gas);
- essere dotati di un sistema di comunicazione a due vie tra sommozzatore e personale in superficie;
- ventilare almeno 125 litri al minuto (per pressione assoluta) a qualsiasi quota venga impiegato;
- essere in grado di mantenere la pressione parziale di anidride carbonica (CO2) inspirata dal sommozzatore sotto il valore di 20 mBar, quando quest’ultimo produce una quantità di CO2 espirata pari a 1,6 litri al minuto.
La maschera granfacciale copre l'intero volto, bocca compresa. L'erogatore viene inserito in un'apposita apertura per consentire la respirazione. Si usa principalmente per due motivi: consentire l'uso di un sistema di comunicazione per rimanere in contatto con l'esterno o per registrare commenti ed osservazioni durante l'immersione e proteggere completamente il volto per le immersioni in ambienti inquinati.Il caschetto funziona alla stessa maniera della maschera granfacciale ed in più protegge completamente la testa dell'operatore.
Da quanto sopra descritto si capisce bene la differenza tra i due tipi di apparati di respirazione ed anche che quello utilizzato dagli OTS garantisce una maggior sicurezza del subacqueo.

Uno dei pericoli del subacqueo è quello di incorrere in un eccessivo aumento della CO2 durante l’immersione.
La causa principale dell’aumento di CO2durante l’immersione è lo sforzo unito all’aumento della densità del gas. Lo stress aumenta il ritmo metabolico e può contribuire all’aumento della produzione di CO2. Respirare il gas espirato contenente CO2 può altresì elevare il tasso di CO2. Comunque, una respirazione del gas espirato sembra improbabile con gli erogatori standard attuali, dato che essi hanno uno spazio morto minimo. I dispositivi con un maggiore spazio morto, come i comunicatori subacquei e le maschere gran facciali, potrebbero elevare il tasso di CO2 a causa dell’accumulo di CO2 al loro interno, ma la cosa è improbabile.
A parte la sicurezza c'è un'altra considerazione da fare: quando si respira con l'erogatore si respira solo con la bocca facendo uno sforzo respiratorio maggiore (maggior consumo di ossigeno, maggiore produzione di anidride carbonica, riduzione dell'eliminazione di anidride carbonica) in quanto si tratta di un erogatore “a domanda” . L'utilizzo di caschi e maschere facciali invece permette di respirare tramite bocca e naso (respirazione più fisiologica).
Quali sono i vantaggi di una respirazione oro-nasale? Cerchiamo di capirlo analizzando più da vicino il sistema respiratorio.
Il sistema respiratorio può essere diviso in due parti, adibite rispettivamente alla conduzione dei gas e allo scambio dei gas. La prima consiste in una serie di vie di comunicazione che trasportano aria alla seconda dove avviene lo scambio dei gas con il sangue. La prima fase (conduzione del gas) può avvenire immettendo aria dalla bocca o dal naso.
Le cavità nasali (e in parte i seni paranasali) hanno funzione di:
- umidificatore: in trachea l’aria è stata quasi del tutto saturata in vapore acqueo
- riscaldatore: l’aria quale che sia la temperatura esterna arriva alle vie aeree inferiori ad una temperatura di circa 37 gradi
- filtro: oltre il 95% delle particelle maggiori di 10 micron viene trattenuta nel naso.
Se l’aria non passa attraverso il naso, come ad esempio nella respirazione con l'erogatore, le funzioni fisiche di filtro e umidificazione vengono perse e l’aria arriva nei polmoni non depurata e non umidificata. In tal caso il soggetto è più esposto ad infezioni delle vie respiratorie.
L'immersione con autorespiratore induce modificazioni al sistema toraco-polmonare sostanzialmente per due motivi:
1) pressione idrostatica: riduce la possibilità di escursione del sistema respiratorio (gia limitato dall'aderenza della muta);
2) densità dell'aria inspirata che aumenta con la profondità: ciò comporta una riduzione dei flussi inspiratori ed espiratori.
L'associazione di questi due fattori insieme all'aumento dello spazio morto respiratorio, dato dall'erogatore e dispositivi vari, induce una riduzione del volume corrente, un aumento della frequenza respiratoria, aumento del lavoro respiratorio, maggior consumo di ossigeno, ipoventilazione alveolare e, come abbiamo visto in precedenza, conseguente ritenzione di CO2. Ovviamente respirando attraverso maschere e gran facciali che consentono un'elevata ventilazione minuto con bassa resistenza dei flussi, si riduce il lavoro respiratorio.
Inoltre bisogna tenere presente che la temperatura dell'aria nella bombola è in equilibrio con la temperatura dell'acqua e pertanto, a seconda della profondità, è fredda e secca: ciò rappresenta uno stimolo irritativo per le vie respiratorie. Questo inconveniente è parzialmente ridotto respirando aria rifornita dalla superficie tramite l'ombelicale.
Chi pratica da molto tempo l'attività con autorespiratore va incontro ad alcune modificazioni della funzionalità polmonare: riduzione dei flussi espiratori a causa del coinvolgimento disfunzionale delle piccole vie aeree, più veloce declino dei dati funzionali rispetto ai valori normali, lieve enfisema, riduzione della capacità di diffusione.
Concludendo appare evidente che la tecnica di respirazione dei gas attuata dagli OTS ha dei vantaggi rispetto a quella utilizzata dai subacquei sportivi sia per quanto riguarda la sicurezza dell'operatore sia per quanto riguarda la riduzione del lavoro respiratorio.

L'uso del casco rigido o della maschera facciale, obbligatorie per le immersioni lavorative nelle operazioni subacquee da espletarsi nel Circondario Marittimo di Palermo, a partire dal 1 luglio 2011 - (Ordinanza 50/2011 della Capitaneria di Porto di Palermo - http://www.cedifop.it/appunti/ord-palermo_2011.htm )

2 commenti:

  1. come si compensa col granfacciale?

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  2. All'interno del granfacciale esistono degli alloggiamenti per il naso/narici in materiale morbido (insomma....) che servono a compensare. Quello che facciamo normalmente con le mani stringendo il naso di gomma della normale maschera con il granfacciale lo facciamo poggiando il naso nell'apposito alloggiamento. Con un minimo di pratica l'operazione diventa abbastanza naturale anche se non proprio comfortevole al massimo. Esistono differenti modelli (con diversa qualità) di maschere granfacciali e le migliori sono molto più comode di altre. Si trovano anche in commercio delle maschere granfacciali che hanno anche il classico naso in gomma da raggiungere con le mani come nelle normali maschere ma sono i modelli meno professionali.

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